Grande quanto una pillola, la capsula attraversa l’intestino e registra immagini ad alta definizione che vengono trasmesse a un dispositivo collegato a una cintura indossata dal paziente. I dati vengono poi elaborati da un software e analizzati dal gastroenterologo.
L’esame non richiede sedazione né l’interruzione di terapie in corso e si conclude naturalmente con l’evacuazione della capsula. Durante le ore di registrazione, il paziente è libero di muoversi e, dopo circa tre ore, può tornare a bere e mangiare normalmente.
Un’alternativa indolore alla colonscopia
«Questo dispositivo è fondamentale per quei pazienti che non tollerano la colonscopia tradizionale, spesso percepita come fastidiosa», ha spiegato la Dott.ssa Maria Grazia Mancino, Direttore U.O.S.D. Gastroenterologia del Grassi.
Rispetto alla colonscopia virtuale, la capsula è più accurata nell’individuare lesioni precancerose, rappresentando così uno strumento prezioso per la diagnosi precoce e per cure personalizzate.
Dove si può fare l’esame
Nel Lazio, la capsula endoscopica è disponibile soltanto in tre strutture: Policlinico Gemelli di Roma, Asl di Frosinone e Ospedale Grassi di Ostia (Asl Roma 3).
Per accedere al servizio è necessario prenotare tramite ReCup, con richiesta del medico curante.
Screening e prevenzione: i risultati della Asl Roma 3
L’introduzione della capsula arricchisce un programma di screening già molto efficiente: nel 2024 oltre il 91% delle colonscopie di screening erano state eseguite entro 30 giorni dal test positivo del sangue occulto, come da linee guida nazionali. Nel 2025 la percentuale è salita al 94,75%, un dato che testimonia la qualità dell’organizzazione sanitaria territoriale.
Con questa innovazione, Ostia diventa un punto di riferimento regionale nella prevenzione del tumore del colon-retto, rafforzando la rete di strutture all’avanguardia del Lazio.