Presentazione del libro Innovationship in occasione dell’evento natalizio di ADL Consulting

Il libro, scritto da Benedetto Buono, founding partner di Buono & Partners, e Federico Frattini, Dean di Polimi GSoM, affronta il tema dell’innovazione guidata dal capitale relazionale e di come la gestione strategica delle relazioni rappresenti una fonte di vantaggio competitivo in qualsiasi settore
Pubblicato il: 7 Dicembre 2023

Nel corso dell’evento organizzato da ADL Consulting, società specializzata nei public affairs, digital lobbying e political data management, per il consueto scambio di auguri di Natale, l’ing. Claudio Di Mario, founding partner di ADL Consulting, ha rilasciato un contributo agli autori del volume sottolineando come i public affairs possano ispirare una gestione strategica del capitale relazionale.

Perché un’azienda di Public Affairs dovrebbe utilizzare strumenti di intelligenza artificiale?

L’utilizzo delle tecnologie, in generale, migliora le attività di public affairs, aumentando e velocizzando la capacità e l’efficacia nel prendere decisioni. Nello specifico, l’IA permette, ad esempio, di svolgere analisi dati o testi a supporto di una maggiore efficacia nelle diverse fasi di lobbying, dal monitoraggio legislativo fino all’elaborazione di proposte o emendamenti.

Chatgpt, e strumenti affini, rischiano di appiattire il livello dell’advocacy, visto che le aziende potrebbero sempre più risparmiare sul capitale umano a favore dei software di IA?

È un rischio esistente, ma è meglio concentrarsi sulle potenzialità. L’uso dell’IA non comporta necessariamente un appiattimento del livello di advocacy, ma, anzi, abilita il capitale umano a raggiungere risultati migliori con maggiore rapidità. È una questione di sviluppo delle competenze sull’uso di questi nuovi strumenti che abbiamo esplorato nel nostro paper “Intelligenza Artificiale Generativa nei Public Affairs: istruzioni per l’uso”, disponibile a tutti sul nostro blog.

L’intelligenza artificiale sta intaccando, o rischia di farlo nel prossimo periodo, il lavoro dei consulenti, sostituiti nelle piccole e medie imprese dai “consigli” dell’intelligenza artificiale?

Riagganciandomi alla risposta precedente, un punto deve essere chiaro: specialisti del public affairs e strumenti digitali, tra cui l’IA non sono in un rapporto di competizione, ma di cooperazione. Lo abbiamo approfondito nel libro “Digital Lobbying” di cui sono coautore insieme a Marialessandra Carro.

Giocando d’anticipo e concentrandoci quindi sull’opportunità concreta di trarre il massimo dall’IA, di sviluppare creatività e valorizzare idee contribuiamo anche a mitigare i rischi, inevitabili, di cancellazione dei posti di lavoro a favore di nuove professionalità. Questi strumenti aumentano la produttività del lavoro, ma lo fanno solo se utilizzati con conoscenza e attenzione da parte di professionisti e aziende che hanno investito in percorsi di formazione e specializzazione.

Advocacy, lobbying e intelligenza artificiale: come sfruttarne al meglio le potenzialità?

I dati sono il carburante sia dell’IA che di una capacità decisionale ben informata e, quindi, efficace. Come abbiamo esposto in una recente audizione di ADL Consulting alla Camera dei Deputati, l’accesso a dati completi, aperti e interoperabili da parte delle istituzioni rende l’IA più affidabile e, di conseguenza, migliora nel nostro caso anche il digital lobbying. E sappiamo bene anche che la qualità del lobbying e la qualità della democrazia sono strettamente legate.

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