Le tecnologie di frontiera nel rapporto 2023 del Centro per l’Economia Digitale

Il rapporto evidenzia le grandi potenzialità dell’Italia nelle moderne tecnologie
Pubblicato il: 7 Dicembre 2023

Il CED- Centro Economia Digitale, ha presentato il rapporto annuale 2023 intitolato “Tecnologie di frontiera – elementi per una strategia nazionale ed europea” in un grande evento organizzato dal Ministero delle Imprese e del Made in italy al quale hanno partecipato i vertici dei soci del CED: Enav, Enel, Eni, I capital, Leonardo, Open Fiber, Tim.
Il Centro Economia Digitale è nato nel 2017 da un’idea del suo Presidente Rosario Cerra, Chairman & CEO di I Capital, e dall’impegno diretto del Preside della Facoltà di Economia della Sapienza Università di Roma prof. Giuseppe Ciccarone, del Preside della Facoltà di Economia dell’Università di Roma Tor Vergata prof. Giovanni Tria, del Direttore del Dipartimento di Economia dell’Università Roma Tre prof.ssa Silvia Terzi e del Direttore della Luiss Business School prof. Paolo Boccardelli. Il Centro Economia Digitale è oggi uno dei principali Think tank italiani. Una voce autorevole e indipendente sui temi dell’Economia, delle Strategie e Politiche dell’Innovazione che produce ricerche scientifiche, analisi econometriche e proposte di policy che vengono condivise con i vertici istituzionali e di Governo di Italia e Unione Europea. I suoi sostenitori sono tra le più rilevanti aziende italiane per capacità di innovazione, Enav, Enel, Eni, Leonardo, Open Fiber, Tim e ha prodotto contributi fondamentali per l’Italia sul tema dell’innovazione tecnologica come il rapporto su “Il ruolo dell’Innovazione e dell’Alta Tecnologia in Italia nel confronto con il contesto internazionale”, il “Libro Bianco sull’Economia Digitale”, il position paper sulla “Sovranità Tecnologica”, il rapporto “Next Generation Italia: Execution” e il recente “Crescere Insieme”. Costruire competenze, organizzazioni efficaci e istituzioni adatte all’economia digitale e sostenibile è la grande sfida del nostro tempo. Una delle finalità principali del Centro Economia Digitale è aumentare la consapevolezza della portata e della velocità della rivoluzione tecnologica, nonché dell’eterogeneità dei suoi effetti nell’ambito sociale, economico e istituzionale.
Le evidenze riportate nel Rapporto del Centro Economia Digitale suggeriscono che l’Italia, pur trovandosi in una posizione di debolezza come sistema nel suo complesso, mostra di possedere le potenzialità per accrescere la propria competitività tecnologica se sarà capace di fare leva sulla presenza sul territorio nazionale di grandi eccellenze sia nella generazione sia nell’utilizzo delle Tecnologie di Frontiera.
La ricerca mostra chiaramente che quando si analizzano i dati sulle Pubblicazioni scientifiche o i Brevetti per stabilire chi stia effettivamente guidando la corsa alla leadership nelle Tecnologie di Frontiera non è sufficiente considerare semplicemente la loro quantità, ma occorre cercare di tenere conto della loro diversa qualità.
Il quadro che emerge seguendo questo approccio indica come la leadership tecnologica degli Stati Uniti nei settori chiave delle Tecnologie Quantistiche e dell’Intelligenza Artificiale sia forte. Inoltre, mentre i progressi realizzati dalla Cina nell’ultimo decennio appaiono particolarmente significativi, sebbene non tali da consentirle di sopravanzare gli Stati Uniti, l’Unione Europea sta invece perdendo terreno in questi settori. Una tendenza che, se non invertita con urgenza, rischia di compromettere in maniera difficilmente reversibile la competitività del sistema europeo della ricerca e dell’innovazione nei confronti dei sistemi più dinamici. Ciò si traduce nella chiara necessità di accelerare ulteriormente sul fronte delle politiche industriali e dell’innovazione, sfruttando il potenziale di competenze e tecnologie di cui la UE dispone.
Per le Tecnologie Quantistiche l’analisi che si concentra sulle sole Pubblicazioni con il maggiore impatto scientifico, “Top 1%” per citazioni nell’ultimo decennio (20132022), vede al primo posto della classifica, con un margine molto significativo, gli Stati Uniti con il 47,3% degli articoli scientifici più citati aventi almeno un autore con affiliazione presso un’organizzazione americana seguiti dalla Cina (27,6%). La Germania, con il 17% stacca nettamente le altre economie UE, tra cui Francia (7,4%), Spagna (5,7%) e Italia (5,5%). Di rilievo, infine, la performance dell’Inghilterra (12,1%) e del Canada (7,7%).
Per le Tecnologie Quantistiche sono stati, inoltre, analizzati i dati sui Brevetti triadici, ovvero quelli registrati in almeno tre dei quattro principali uffici brevettuali a livello globale. Si tratta, quindi, di quei brevetti per cui si cerca una maggiore protezione a livello internazionale, a significare un più alto livello qualitativo (e quindi un maggiore impatto economico e tecnologico) della conoscenza che si intende proteggere. Tra questi è stato, inoltre, individuato il “Top 10%” in termini di citazioni. Secondo questo indicatore la quota degli Stati Uniti è la maggiore con il 45,7%, la seconda posizione è del Giappone con il 23,3%, seguito dall’aggregato Europeo a 27 paesi (18,4%) e dalla Cina, con una quota pari al 14,1%. Tra i paesi europei Germania, Paesi Bassi e Francia (con quote rispettivamente pari al 6%, 4,1% e 3,9%) ricoprono le prime tre posizioni, segue l’Italia con una quota pari al 2%.
Per l’Intelligenza Artificiale l’analisi realizzata esclusivamente sulle Pubblicazioni con il maggiore impatto scientifico nell’ultimo decennio (2013-2022) vede nuovamente al primo posto della classifica gli Stati Uniti con il 40,2% degli articoli scientifici più citati, seguiti dalla Cina (31,5%). Un dato che conferma la leadership statunitense nella ricerca scientifica quando si tiene conto della qualità in termini di impatto citazionale delle pubblicazioni. Il terzo, il quarto e il quinto posto sono occupati, rispettivamente, da Inghilterra (con il 13,8%), Germania (con l’8,9%) e Australia (con il 6,8%). Per quanto riguarda l’ordinamento interno ai paesi europei, dietro la Germania ci sono Francia (3,9%), Paesi Bassi (3,8%), Spagna (3,7%) e Italia (3,6%).
Per l’Intelligenza Artificiale guardando ai Brevetti triadici nel “Top 10%” in termini di citazioni ricevute, la quota degli Stati Uniti risulta essere la maggiore con il 52%. A distanza segue l’aggregato Europeo a 27 paesi con il 17,5%, seguito dal Giappone (15,3%) e dalla Cina, con una quota pari al 12,6%. Germania, Francia e Paesi Bassi (rispettivamente 7,3%, 2,8% e 2,2%) occupano le prime tre posizioni nel ranking europeo, mentre l’Italia, con una quota pari allo 0,6% segue a distanza.
L’analisi ha inoltre evidenziato che Stati Uniti e Cina stanno strategicamente direzionando i propri investimenti innovativi verso i settori delle Tecnologie Quantistiche e dell’Intelligenza Artificiale. Questo fa sì che negli anni più recenti la leadership tecnologica degli Stati Uniti in questi settori tende a rafforzarsi, in un contesto in cui la crescita in termini di produzione scientifica e brevettuale della Cina è particolarmente rilevante. Al contrario, la dinamica recente registrata nell’Unione Europea non risulta essere positiva, con un progressivo indebolimento del posizionamento europeo a livello globale.
Il contributo che le grandi aziende socie del Centro Economia Digitale forniscono nel campo delle Tecnologie di Frontiera, sia direttamente sia indirettamente, anche attraverso le interazioni con la propria filiera è particolarmente rilevante. Le informazioni raccolte nel Rapporto costituiscono un patrimonio informativo di grande valore, che offre utili indicazioni sulla direzione degli investimenti di frontiera delle principali aziende partecipate del Paese e sulla rilevanza delle capacità tecnologiche accumulate, e che potrà essere utilmente utilizzato per identificare i settori di forza su cui puntare, anche nella definizione delle strategie di policy da parte dei responsabili delle politiche pubbliche.
A partire dalle analisi sviluppate anche in collaborazione con le aziende socie vengono, infine, fornite alcune proposte di policy che riguardano in particolare: l’allargamento della scala a cui operano le filiere strategiche a livello italiano ed europeo; il potenziamento delle politiche industriali di filiera; lo sviluppo del sistema della ricerca italiano ed europeo; la disponibilità di finanziamenti adeguati per gli investimenti nelle Tecnologie di Frontiera; il potenziamento delle competenze; lo sviluppo di un sistema di governance delle Tecnologie di Frontiera.

 

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