La presentazione in occasione di una riflessione a più voci promossa insieme ad Assolei e WINDTRE, a pochi mesi dall’apertura del Centro Antiviolenza S.O.S LEI del Policlinico Gemelli.
Si chiama RiViGe (Risposta alla Violenza di Genere), ed è il Comitato nato presso il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, a pochi mesi dall’apertura del Centro Antiviolenza S.O.S. LEI presso il Pronto Soccorso dell’ospedale con l’intento di offrire un servizio dedicato a tutte le donne che subiscono violenza e maltrattamenti grazie alla collaborazione dell’Associazione Assolei e realizzato con il sostegno non condizionato di WINDTRE. RiViGe è stato presentato in occasione del meeting a più voci intitolato “Violenza di genere: cogliere per tempo i segnali” che si è tenuto il 24 novembre, al Policlinico Gemelli, nell’ambito delle iniziative dedicate alla Giornata internazionale per il contrasto alla violenza di genere.
Il Comitato, di cui fanno parte diversi esperti del Gemelli, è nato per portare avanti attività di intervento ma anche di prevenzione della violenza a tutto tondo, da una parte opera sulla rielaborazione delle procedure interne dedicate alla gestione dei casi di violenza di genere, sessuale e abuso sui minori e sulla formazione del personale affinché ogni professionista sia in grado di fornire le giuste risposte alle donne che vittime di violenza accedono alle cure del Policlinico, dall’altra persegue un obiettivo di lungo termine, sensibilizzando ed educando sul tema.
“Il percorso iniziato lo scorso anno con i corsi di formazione del personale di Pronto Soccorso- afferma Francesca Giansante Responsabile del servizio sociale e membro del Comitato RiViGe del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS -a seguito della successiva apertura del Centro Antiviolenza S.O.S, oggi ci chiede di fare un passo in più nella direzione della prevenzione: parlare di violenza di genere, formare e informare su questa emergenza. Tutto questo richiede competenza e impegno e deve essere l’obiettivo principe a cui far riferimento in tutte le attività che il Comitato si prefigge di portare avanti, affinché anche in un luogo come l’ospedale, dove generalmente si offre sostegno a donne che vivono un momento di acuzie legato alla violenza subita, le vittime possano trovare un ambiente capace non solo di garantire cure sanitarie e strumenti operativi dedicati ma anche supporto emotivo ed orientamento verso i percorsi di fuoriuscita dalla violenza”. Il nostro Policlinico si sta impegnando per arrivare a quell’evoluzione culturale per superare gli schemi e i retaggi culturali del patriarcato che sono alla base della violenza di genere, come gli stereotipi e i pregiudizi, grazie anche al fondamentale apporto di specifiche competenze offerte dall’Associazione Assolei che dal 1993 offre supporto e attività in tal senso. “In questi soli otto mesi di attività del CAV – ci racconta Dalila Novelli di Assolei – le operatrici dell’associazione hanno avuto modo di incontrare fisicamente oltre 70 vittime inviate dal Pronto Soccorso e dai reparti del Policlinico e di dare ascolto a circa 250 donne grazie ai numeri di telefono dedicati (3203464044 quello messo a disposizione da WINDTRE). Per ognuna di loro si è avviato un percorso di affiancamento e di sostegno sia legale che psicologico nel rispetto delle richieste e dell’autodeterminazione delle donne. Inoltre le operatrici hanno avuto modo di stringere una rete di contatti con le forze dell’ordine e con le strutture di accoglienza alloggiativa in casi di emergenza che hanno permesso agli interventi di offrire una migliore efficacia”.
Nella settimana precedente al 25 novembre alcuni componenti del Comitato RiViGe, unitamente alle operatrici di SOS Lei, hanno portato avanti un “tour di lezioni itineranti” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Approfittando di una parte di spazi già calendarizzati nelle lezioni nei diversi corsi di studio offerti dall’Ateneo e trovando una buona risposta e accoglienza da parte del personale docente, sono stati forniti segmenti formativi sul tema della violenza agli studenti e alle studentesse dell’ateneo, non solo per anticipare a loro beneficio i primi strumenti operativi, ma soprattutto per sensibilizzare la popolazione studentesca sulla realtà ormai tristemente diffusa di tale fenomeno culturale e sociale affinché, come cittadini e cittadine, siano in grado di riconoscerne i segni non solo sanitari ma empatici ed emotivi.
“Durante la seduta di laurea del Corso di Infermieristica dell’Università Cattolica, svoltesi il 23 e 24 novembre, le studentesse hanno deciso di dedicare la loro tesi di laurea alla memoria di Giulia Cecchettin, restituendole idealmente la gioia del giorno di laurea che le è stata negata per il tragico epilogo della sua vita” racconta Lucia Zaino Direttrice delle attività didattiche professionalizzanti. “Le nuove leve di operatori sanitari che noi formiamo anche su questi temi hanno la concreta possibilità di contribuire a contrastare la violenza di genere- prosegue Zaino-non di rado sono proprio gli infermieri che all’accettazione del Pronto soccorso riescono a riconoscere i segni di violenza sulle donne anche quando per paura non vengono dichiarati”.