Roma e Israele insieme nel segno dell’eccellenza vitivinicola

Vini israeliani di valli bibliche saranno premiati lunedì in Campidoglio con medaglie d'oro e d'argento al XXII Concorso Enologico Internazionale Città del Vino
Pubblicato il: 5 Luglio 2024

Roma incontra Israele nel segno delle eccellenze enologiche. Tre vini israeliani a denominazione d’origine saranno infatti insigniti di due ori e un argento alla premiazione della XXII edizione del Concorso Enologico Internazionale Città del Vino, che avrà luogo lunedì 8 luglio alle ore 11:00 in Campidoglio.

Organizzata dall’Associazione Nazionale Città del Vino con l’autorizzazione del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) e il supporto scientifico dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV), la competizione si propone di valorizzare il rapporto tra territori e produzioni vitivinicole locali premiando insieme aziende e comuni di appartenenza.

I vini israeliani vincitori, due varietà Petit Verdot e una varietà Sauvignon Blanc, sono prodotti, rispettivamente, dalle cantine Kadma, Nevo e Yaffo sui monti della Giudea, regione verde nel cuore d’Israele, sin dal tardo Neolitico dedita a una fiorente viticoltura favorita da eccellenti condizioni pedoclimatiche.

Il Petit Verdot dei monti della Giudea, 2021 della cantina Kadma è ottenuto al 100% da uve Petit Verdot e si caratterizza per una fermentazione lenta e fredda per 4 mesi e un invecchiamento in botti di rovere francese per 14 mesi. Il colore è rosso profondo con riflessi violacei. Ha un aroma di fiori scuri, spezie delicate e terra con note legnose di rovere. Il gusto è pieno e fresco con un’accentuata presenza di frutti neri e tannini. Finale armonico e persistente.

Il Petit Verdot dei monti della Giudea, 2021 della Cantina Nevo è composto anch’esso al 100% da uve Petit Verdot e invecchia per 23 mesi in botti di rovere francese Grand Reserve da 300 litri. L’utilizzo di botti di questo tipo conferisce un aroma studiato e un gusto di legno pregiato. Particolarmente ricco di tannini, ha un sapore intenso, fruttato e floreale, con note di frutti neri e di erbaceo. Il colore è rosso rubino, profondo e brillante. Ha una consistenza morbida e rotonda con un finale lungo e piacevole e un lungo potenziale di invecchiamento.

Il Sauvignon Blanc dei monti della Giudea, 2023 della cantina Yaffa è ottenuto da uve coltivate nel moshav Mata sui monti della Giudea, è sottoposto a una lenta fermentazione a freddo al fine di preservare gli aromi unici della varietà impiegata. Rinfrescante e frizzante, ha un gusto fruttato, adatto a piatti leggeri come pesce e affettati.

In rappresentanza delle aziende israeliane saranno presenti Lina Slutskin della cantina Kadma, Nevo Hazan della cantina Nevo e Stephan Celniker della cantina Yaffo, accompagnati dal capo del Consiglio regionale del Mateh Yehuda, Avishai Cohen,  dal Ministro per gli Affari Scientifici ed Economici dell’Ambasciata d’Israele in Italia, Raphael Singer, e da Roni Iron, direttore del Dipartimento del Turismo del Consiglio regionale, che terranno interventi di saluto.

Situata nel centro d’Israele tra le città di Gerusalemme e Tel Aviv, la regione vinicola della Giudea si divide in due sottoregioni: “Judean Hills”, attraversata dai rilievi montuosi orientali, e “Judean Foothills”, comprendente le colline occidentali più vicine al mar Mediterraneo. Rocce sedimentarie di calcite e strati di marna costituiscono il pavimento roccioso della regione, ricoperto da terre rosse e rendzine.

La Giudea è stata sin dall’antichità celebrata per la coltivazione dell’uva. Secondo quanto indicato dalle ampie testimonianze storiche e archeologiche, le prime attività vitivinicole risalgono al tardo Neolitico. Riferimenti alla viticoltura dell’area sono frequenti anche nella Bibbia.

Resti dell’antica industria vitivinicola locale, distrutta nel VII con la penetrazione islamica, abbondano in tre note valli citate nella Bibbia: la valle di Ayalon, a nord-ovest, menzionata nel libro di Giosuè nel racconto della conquista d’Israele; la valle di Sorek, a sud, nominata nel libro dei Giudici nella storia di Sansone; la valle di Elah, ancor più a sud, scenografia della celebre battaglia tra il pastore Davide e il gigante Golia.

Con la fondazione dello Stato d’Israele, soprattutto dagli anni Novanta, l’attività di produzione vitivinicola è stata ripresa e ampliata e oggi si possono contare oltre 1500 ettari di filari sui monti e le valli regionali.

La Giudea beneficia di condizioni pedoclimatiche ideali per la coltivazione dell’uva da vino sia rossa che bianca. In particolare, le valli fluviali favoriscono la circolazione delle correnti montane al mattino e delle brezze marine di pomeriggio. L’inverno, relativamente fresco e piovoso, pone le condizioni per la stagione vegetativa, e l’elevata escursione termica diurna contribuisce al rallentamento della maturazione e al mantenimento della giusta acidità dei frutti. Le viti sono coltivate su terrazzamenti lungo i pendii delle colline e nei letti asciutti dei torrenti (uadi).

Dal 2020 alla regione Giudea è stato conferito il titolo di prima denominazione ufficiale di vino in Israele.

Nella regione è in cantiere il progetto “Wines of The Bible”, promosso da Iter Vitis, itinerario culturale del Consiglio d’Europa, cui il Ministero del Turismo israeliano si è associato nel 2023.

Si tratta di un percorso enogastronomico d’eccellenza attraverso cantine ebraiche ed arabe e siti naturali e archeologici di Judean Hills che ambisce a valorizzare il significato del vino nell’identità mediterranea nonché il suo ruolo di promozione del dialogo interculturale.

Photo credit: Yakir Yahish

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